
Tra le numerose famiglie feudali, al centro di episodi politici e sociali dell’isola, si distinsero i Chiaramonte, giunti in Italia al seguito dei Normanni. I diversi esponenti della famiglia furono molto dinamici nelle attività edilizie e, in tutta l’isola, modificarono o costruirono edifici con uno stile architettonico originale, definito “chiaramontano”.
Edificarono costruzioni massicce, chiuse, quadrate e isolate, quasi a voler sottolineare la loro sprezzante e altezzosa distanza dai borghi e dal volgo.

Altri castelli chiaramontani si trovano in provincia di Agrigento dove, quello di Favara è, forse, il più antico. Altri ancora si trovano a Naro, Racalmuto, Modica e a Palma di Montechiaro, l’unico costruito nelle vicinanze del mare.
Uno dei castelli chiaramontani più importanti si trova a Palermo: è il palazzo Chiaramonte-Steri, attuale sede del rettorato universitario. L’edificio, noto per la sua sontuosità, è stato la grande dimora del conte Manfredi e, in seguito, ha ospitato diversi vicerè fino a divenire sede del carcere e del tribunale dell’Inquisizione.
In provincia di Palermo, a Caccamo, si trova un altro importante esempio di maniero arroccato su uno sperone roccioso, molto esteso e ben conservato. Fu teatro di una brillante vita di corte, ma anche della tragica morte del proprietario, Matteo Bonello. Questi, imprigionato e privato degli occhi ad opera di Guglielmo I, fu lasciato morire nei sotterranei.
Secondo alcuni, il suo fantasma, nelle sembianze di un uomo con pantaloni aderenti e giacca di cuoio, si aggirerebbe nelle stanze e, con aspetto minaccioso, pronuncerebbe i nomi di coloro che lo tradirono e gli inflissero torture.
© Anna - righeblu ideeweekend
[foto 1 www.palermonelmedioevo.com - foto 2 www.mussomelilive.altervista.org]
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